Per la prima del Balla, sulla via del miracolo di una salvezza sperata, di una impresa sognata, il Ballardini-ter, incontriamo il Crotone, squadra che si porta appresso tutti i fantasmi croati di Juric.
Un incrocio pericoloso fra passato e futuro, contro una squadra mediocre che ci sopravanza di sei punti, col ricordo di un tecnico che fece miracoli in Calabria e disgrazie al Genoa, perché tutto ciò che Preziosi richiama a sé si trasforma in rumenta.
Solo a nominare Preziosi potrebbero anche disfarsi queste parole sulla tastiera e trasformarsi in un buco pauroso di bilancio fallimentare.
Ma procediamo con ordine, cerchiamo di allontanare gli spettri dell’irpino.
Si parlava di difese a quattro e rombi e tutti eravamo in attesa della novità del Balla, dei suoi tentativi di varare l’arca dell’alleanza per salvarci dal diluvio.
E sorprendentemente ripresenta la difesa a tre facendo fuori Rossettini per Spolli ,che è uguale a Rossettini ma con la barba meno folta.
E poi con un colpo di genio fa fuori tutti centravanti accreditati per schierare due falsi nueve, Pandev e Taarabt.
Con le solite ali mezze tacche ma con sia Veloso che Bertolacci in campo e con Rigoni nel ruolo di inseritore, colui che si incunea, l’incuneatore che infatti incuneerà nel Crotone la scheggia decisiva della vittoria.